Calco D. Victim found May 1912 in I.6.7 Fullonica di Stephanus.
See Osanna, N., Capurso, A., e Masseroli, S. M., 2021. I Calchi di
Pompei da Giuseppe Fiorelli ad oggi: Studi e Ricerche del PAP 46, p. 549,
Calco D.
Photo © Parco
Archeologico di Pompei.
Fa seguito il vano di un altra
bottega, n. 7, con la quale sembra essere in comunicazione un altro ambiente
sul lato destro, ivi apparendo un taglio verticale nella muratura che può essere
il vano di accesso. Solo una boccetta di vetro alta m. 0,08 si è trovata nel
profilo del vano di questa bottega e nel terzo superiore, essendo il resto
tuttora inesplorati. Ma se qui, per trovamenti, lo scavo è stato finora poco
interessante, abbiamo avuto la fortuna di imbatterci nell'impronta di un corpo
umano, giacente in parte nella cenere ed in parte nel lapillo, e della quale si
è fatta subito, per quanto si è potuto, la riproduzione col gesso, non senza
avere tratto in precedenza dalla cavità quante più ossa fu possibile. E
l'estrazione delle ossa ci riserbava anch'essa la sua sorpresa, in quanto che
la mandibola inferiore è apparsa priva di tutti i molari, e gli alveoli del
tutto ricolmati di tessuto osseo, offrendo una superficie affatto liscia.
Siccome gl' incisivi ed i canini sono conservati, ma attaccati dalla carie, la
perdita dei molari e l'ossificazione dei loro alveoli non a vecchiezza è dovuta
ma ad un fatto patologico in un individuo giovane o adulto. Tale è il parere
del sanitario di questi Scavi, cav. dott. V. Guastafierro. Questo corpo, di una
persona che troppo tardi tentò la fuga, giaceva quasi all' altezza dell’architrave.
Alla medesima altezza e nelle stesse condizioni, sulla parete opposta un
altro scheletro umano giaceva, ma non se ne è potuta trarre l'impronta, perchè tutto nel lapillo.
La porta era chiusa e risultava di nove tavole verticali, larghe m.
0,21-0,22 ognuna, con battente girevole sul cardine alla estremità occidentale.
Anzi, del battente girevole si è recuperata intatta una fasciatura di ferro che
ne circondava il legno alla parte superiore, trattenutavi da tanti grossi
bolloni.
Vedi Notizie degli
Scavi di Antichità, 1912 p. 183.
This is followed by
the room of another workshop, No. 7, with which another room on the right side
appears to be in communication, there appearing to be a vertical cut in the
masonry that may be the access door. Only one glass flask, 0.08 m high, was found
in the profile of this workshop room and in the upper third, the rest being
unexplored. But while the excavation here has so far been of little interest in
terms of finds, we were fortunate enough to come across the imprint of a human
body, lying partly in the ash and partly in the lapilli, which was immediately
reproduced in plaster as far as possible, not without having previously
extracted as many bones as possible from the cavity. And the extraction of the
bones also reserved its surprise for us, since the lower jaw appeared to be
devoid of all molars, and the alveoli completely filled with bone tissue,
offering a completely smooth surface. Since the incisors and canines are
preserved but attacked by caries, the loss of the molars and the ossification of
their alveoli is not due to old age but to a pathological fact in a young or
adult individual. This is the opinion of the health officer of these
excavations, Cav. Dr. V. Guastafierro.
This body, of a person who attempted to escape too late, lay almost at the
height of the architrave.
At the same height
and in the same conditions, on the opposite wall another human skeleton was
lying, but an imprint could not be taken, because it was all in the lapilli.
The door was closed
and was made of nine vertical boards, m wide. 0.21-0.22 each, with door
swinging on the hinge at the western end. Indeed, an intact iron banding was
recovered from the revolving door which surrounded the wood at the top, held in
place by many large bolts.
See Notizie
degli Scavi di Antichità, 1912 p. 183.